Il ruolo della sensibilità propriocettiva nella postura
Il ruolo della propriocezione è implicito nel concetto stesso di “postura”. Dal punto di vista motorio, infatti, ogni essere vivente deve essere in grado di adattarsi all’ambiente in cui si trova per sopravvivere e svolgere la propria attività statica e dinamica. Tale adattamento richiede la possibilità di cogliere ciò che succede nell’ambiente stesso e conseguentemente, di assumere le posizioni più consone alla situazione e alle proprie esigenze di comportamento. Possiamo definire “postura” ciascuna delle posizioni assunte dal corpo, contraddistinta da particolari rapporti tra i diversi segmenti somatici.
Il concetto di postura, quindi, non si riferisce ad una condizione statica, rigida e prevalentemente strutturale. Si identifica, invece, con il concetto più generale di equilibrio inteso come “ottimizzazione” del rapporto tra soggetto e ambiente circostante, cioè quella condizione in cui il soggetto stesso assume una postura o una serie di posture ideali rispetto alla situazione ambientale, in quel determinato momento e per i programmi motori previsti.
Una funzione così importante non è affidata ad un solo organo o apparato ma richiede un intero sistema, cioè un insieme di strutture comunicanti e di processi cui è affidato il compito di: lottare contro la gravità, opporsi alle forze esterne, situarci nello spazio-tempo strutturato che ci circonda permettere l’equilibrio nel movimento, guidarlo e rinforzarlo.
Per realizzare questo exploit neuro-fisiologico, l’organismo utilizza differenti risorse: gli esterocettori: ci posizionano in rapporto all’ambiente (tatto, visione, udito) i centri superiori: integrano i selettori di strategia, i processi cognitivi e rielaborano i dati ricevuti dalle due fonti precedenti i propriocettori: che posizionano, appunto, le differenti parti del corpo in rapporto all’insieme, in una posizione prestabilita.
L’equilibrio mantenuto nella postura eretta è un tipico ed importante esempio di come tutti i meccanismi propriocettivi sono coinvolti. L’equilibrio, infatti, si mantiene con lo spostamento ripetuto di masse (segmenti corporei) originate da continue azioni involontarie e coordinate di contrazione e rilassamento della muscolatura, in modo da correggere continuamente la posizione del baricentro, affinché la proiezione di quest’ultimo non esca dal poligono di appoggio sul piano.
Per capire come agiscono i meccanismi propriocettivi, durante l'attività di nordic walking si può provare ad “ascoltare” quello che è trasmesso dal piede, che è la regione del nostro corpo in grado di fornire il maggior numero d’informazioni propriocettive.
Si possono così sentire dei continui cambiamenti di pressione, in diversi punti della pianta del piede, accompagnati da oscillazioni dell’arto in appoggio e da tutto il resto del corpo. Queste oscillazioni sono determinate, inconsciamente, dalla contrazione e dal rilassamento muscolare, che mettono in movimento le masse corporee, affinché venga mantenuta la condizione di equilibrio.
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